Dottoressa Lucia Ercoli
La Dottoressa Lucia Ercoli

Lucia Ercoli: parliamo di bambini e di Medicina Solidale

Incontriamo la Dottoressa Lucia Ercoli, dalla parte dei bambini. Il tempo per un bambino è importante ed è legato a delle attenzioni forti. Compito di ogni adulto, è quello di accompagnarli durante la loro crescita. Medicina solidale, in questo caso, può fare la differenza. Vi lasciamo alle parole della dottoressa Ercoli.

Dottoressa Lucia Ercoli
La Dottoressa Lucia Ercoli

Benvenuta su OggiQuotidiano alla Dottoressa Lucia Ercoli. Come sta?

Mi viene difficile rispondere a questa domanda. Non sono portata a dire come sto. Sono sempre portata a dare la giusta attenzione a quelle persone che non possono accedere alle cure. Purtroppo, noi medici, non andiamo in pausa. Durante il periodo estivo vi è anche una riduzione dei presidi aperti e siamo portati quindi a raggiungere le persone, cercando di capire come aiutarle.

L’ultimo anno e mezzo, lo sappiamo, è stato un periodo particolare, davvero intenso, specie nel vostro ambito. Come lo ha affrontato?

Se ripenso al primo lockdown, il primo pensiero è stato quello di non lasciare le persone da sole, specie i più vulnerabili, i più impossibilitati a muoversi. La prima scelta fatta, quindi, è stata quella di non chiudere e di organizzarci il più possibile per raggiungere le persone più fragili, portando loro mascherine, disinfettanti e quanto altro. Tutto questo, vi dirò, senza dimenticare altre fonti di bisogno, come gli alimenti. Ci è parso chiaro, sin dalle prime battute, che le persone più fragili fossero i bambini. La scuola, per loro, rappresentava l’unico luogo dove ricevere un pasto completo, potendo attuare quindi attenzioni adeguate, rispondendo concretamente ai loro bisogni.

Parliamo dell’Istituto di Medicina Solidale. Quali sono gli interventi su cui si vuole porre maggiore attenzione?

Abbiamo una linea che, da sempre, si muove su due binari: l’assistenza diretta e l’educazione sanitaria. Il primo, si sviluppa su una linea di intervento che definiamo “ambulatorio di strada”. Ciò indica il fatto che l’accesso ai nostri laboratori è diretto, non limitante, atto in favore di chi non ha possibilità. Il secondo binario, invece, si basa su unità di strada che cercano di raggiungere le periferie nascoste di Roma Città Metropolitana. Tutto ciò serve a raccordare questi aiuti agli ambulatori dell’area periferica della città (quinto, sesto e settimo municipio della città) e in zona centro.

Le donazioni, di certo, potrebbero fungere da grande supporto..

Le donazioni, di certo, fungono da grande supporto, specie per l’area sanitaria difficile da reperire in ambito di volontariato. Da un anno interveniamo con un binario riabilitativo per i bambini con disagio psichiatrico. Questa linea deve essere sostenuta, senza alcun dubbio. Avere donazioni, in tal caso, potrebbe essere più che utile, per aver modo di restituire il sorriso ad ogni singolo bambino.

Quale messaggio sente di lanciare all’intera popolazione?

Bisogna guardare all’infanzia come all’unico futuro possibile. Negare i diritti dell’infanzia, significa negare diritti a tutte quelle persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità. Basti pensare che, nel nostro paese, i bambini vengono ascoltati soltanto dopo i dodici anni. Non può essere possibile questo. Ai bambini va restituita la voce!

I vaccini, un interrogativo che in molti si pongono. Cosa può dirci a riguardo affinché chi ci legge possa avere maggiori informazioni?

La vaccinazione è un presidio importantissimo. Bisogna avere degli studi sufficientemente idonei ad allargare le fasce da obbligare alla vaccinazione. La scienza ha fatto tantissimo, ma trattandosi di una nuova infezione, il tutto è in continua evoluzione. Bisogna vaccinare tutti, pensando all’intero pianeta.

Intervista a cura di Alessia Giallonardo

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