Patrizia Vigiani
Patrizia Vigiani

Patrizia Vigiani: parliamo di euro, Europa, guerre imperialiste per il petrolio e supremazia valutaria

Patrizia Vigiani, originaria di Firenze e da tempo residente in Germania, ci racconta di pezzi di economia e statistica politica, tornando con Alex – un giallo valutario.

Patrizia Vigiani
Patrizia Vigiani

Si era già distinta per il suo manuale “Forex Trading per Comuni Mortali”, e per l’impegno contro le truffe finanziarie, oggi ci porta fra i grattacieli di Francoforte con la sua opera di narrativa d’esordio.

Benvenuta Patrizia Vigiani, come sei riuscita a dar vita a un genere ibrido, un po’ thriller, un po’ finanziario e un po’ rosa allo stesso tempo?

È un problema che devono affrontare tutti gli scrittori che desiderano trattare una materia astratta, a prima vista ostica: nel mio caso l’economia e in particolare la storia dell’euro. Per risolvere il problema mi sono servita di un ordito e di una trama. Come ordito ho preso alcune vicende storiche che hanno accompagnato l’introduzione dell’euro. Su questo ordito ho tessuto una trama legata ai destini di personaggi in carne e ossa. Personaggi legati da rapporti di amicizia e di amore, e che sviluppano dinamiche relazionali particolari e non scontate. È una trama che si sviluppa su un filo narrativo tipico del thriller, con colpi di scena, alti e bassi, agnizione finale, popolata da personaggi che spero riusciranno a essere accattivanti per il lettore.

Francoforte e i suoi grattacieli: cosa evoca questa immagine della City nell’immaginario collettivo?

Francoforte è una città simbolo della modernità, molto diversa da molte cittadine medievali che si possono visitare in Germania. Stare in mezzo alla via principale del distretto finanziario, e sollevare lo sguardo verso le cime dei grattacieli, mi ha sempre affascinato. In me, come nell’immaginario della maggior parte di noi, la City, con i palazzi puntati verso il cielo e le facciate di vetro a specchio, è legata all’idea delle possibilità infinite del denaro. Ce la immaginiamo popolata di giovani uomini e donne vestiti in modo impeccabile, dagli stipendi astronomici, avvezzi a frequentare locali di lusso. È l’immagine trasmessa dai pochi film ambientati nel mondo della finanza, come Margin Call, The Big Short e la serie Bad Banks. È in questo ambiente che si muovono anche i miei personaggi, compreso il protagonista (un commissario di polizia un po’ diverso), che accompagna il lettore in una specie di viaggio attraverso il mondo del denaro.

Il lettore di quest’opera non ha confini nazionali, in virtù del tema e della diversa origine etnica dei personaggi, né sesso, dato che la trama economica si intreccia con una trama romance adatta anche a un pubblico femminile. Sei d’accordo?

Il lettore a cui si rivolge questo libro non si definisce in base alla nazionalità, ma si sente idealmente europeo, a casa propria in qualsiasi metropoli del continente. Proprio come europei sono i personaggi del romanzo, che hanno origini diverse, ma per i quali questa origine non ha alcuna importanza. Tedeschi, francesi, inglesi, italiani, dalla pelle chiara o scura, portatori di handicap o di diverso orientamento sessuale: ciascuno di loro aveva un rapporto particolare con l’amico scomparso, e vive una passione con cui chiunque può identificarsi: l’amore che non si arrende, la tristezza dell’abbandono, la frustrazione indotta dalle convenzioni sociali, il divario fra la faccia da duro e la disperazione interiore. L’amicizia che si instaura fra i personaggi supera le diversità, e vuole anche simboleggiare l’amicizia fra i popoli.

Veniamo al sottotesto economico-politico che ha per oggetto l’euro, l’Europa, le guerre imperialiste per il petrolio e che tanto appassiona quel pubblico interessato a temi di economia politica, alla funzione del denaro, alle ingiustizie nei confronti del Terzo Mondo. Perché hai deciso di rivelare importanti retroscena della storia dell’euro, in forma di thriller?

L’idea di scrivere questo libro mi è venuta mentre facevo trading su cambi valutari. Un interesse che mi ha portato a leggere molti testi di economia e di storia delle valute. Non volevo però scrivere un saggio, ma presentare la materia attraverso una vicenda umana, in cui il lettore potesse riconoscersi. Così ho concepito la storia di un uomo carismatico, amato da tutti, che scompare in circostanze misteriose. L’ho chiamato Alessandro Di Matteo, con un’allusione storica che i lettori più attempati comprenderanno subito. I suoi migliori amici si mettono a cercarlo, riuscendo a coinvolgere nel loro mondo un commissario di polizia. Parte così una ricerca che porterà i personaggi a scoprire che la scomparsa di Alex è legata alla storia dell’euro e alla guerra in Iraq. Ma la ricerca di Alex è anche qualcosa di più: gli amici, compreso il commissario, arriveranno a scoprire se stessi e quello che vogliono veramente.

Come sei riuscita, infine, a parlare di economia e dei fondamenti della finanza senza cadere nell’esposizione di teorie monetarie?

Prima di tutto ho cercato di esporre i concetti al momento giusto, senza appesantire la lettura, e nel modo più semplice possibile. Mi sono poi servita delle professioni esercitate dai personaggi per inserire le spiegazioni. Per esempio sotto forma di articoli di giornale redatti dal miglior amico di Alex, che fa il giornalista economico. Quindi ho creato una coprotagonista che di professione fa l’investment banker e viene quindi coinvolta in prima persona nelle vicende che hanno segnato la crisi del 2008. Ho infine condito il tutto con una certa dose di sesso: quando la situazione tendeva a stagnare troppo sull’economia, ho glissato sull’attrazione sessuale fra i personaggi.

Con questi strumenti narrativi spero di avere conferito un certo sex-appeal a una materia che sembra arida, ma non lo è.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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